La sincronicità non fa che mettere in luce la dimensione olistica all’interno della quale viviamo. Ciò che chiamiamo materia e ciò che chiamiamo mente appartengono entrambi a un unico livello di senso, a un orizzonte di interconnessioni di cui noi stessi siamo parte. Il fatto d’essere sincronico (sinon. raro e più generico di sincronismo).
Jung e la teoria della sincronicità. Cos’è la sincronicità ? In altre parole, nulla accade per caso. Quando la si comprende, sembra di averla sempre conosciuta e di non poterne più fare a meno.
Quanti eventi, importanti o meno, nella nostra vita sono accaduti per quello strano caso, per quella particolare coincidenza fortuita: incontri, sogni, dejà-vu, premonizioni, ecc. Che cos’è la sincronicità ? Carl Gustav Jung a coniare il termine sincronicità riferendosi alla “simultaneità di due avvenimenti vincolati dal senso, ma in maniera casuale”, come l’unione degli avvenimenti interni ed esterni in un modo che non si può spiegare, ma che ha di certo senso per la persona che la osserva. Ma il concetto di “ sincronicità ” affonda le radici in un passato ben più lontano, addirittura a Platone, che sosteneva l’esistenza di un mondo delle idee in grado di plasmare, indirizzare, modificare quello materiale.
Nessuno in realtà sa perché le sincronicità accadano. Non si tratta di eventi interni ed esterni come quelli osservati dall’ego. L’unico modo in cui la sincronicità viene misurata è dall’ego, tuttavia non è spiegabile in quanto nessun ego conosce al 1 il percorso dell’anima. Improvvisamente un evento accade in perfetto sincronismo con un pensiero, e l’evento stesso racchiude sempre un significato profondo il cui scopo è quello di guidare la nostra vita verso il proprio destino.
Il fenomeno della “ sincronicità ” è da tempo studiato anche e soprattutto dai fisici quantistici. A differenza della causalità, la sincronicità sidimostra un fenomeno connesso principalmentecon processi che si svolgono nell’inconscio. Allapsiche inconscia spazio e tempo sembrano relativi,ossia la conoscenza si trova in un continuumspaziotemporale in cui lo spazio non è più spazioe il tempo non è più tempo. Il concetto di sincronicità va oltre la pura e semplice spiegazione causale del mondo - che è ancora dominio delle nostre scienze naturali. Jung sostiene che gli incidenti che accadono in sincronicità (nello stesso momento) non sono necessariamente connessi dal punto di vista causale.
Sincronicità = coincidenze significative senza apparenti nessi causali. Pauli credeva che la sincronicità potesse rendere possibile il dialogo tra fisica e psicologia, facendo entrare il soggettivo nella fisica e l’oggettivo nella psicologia. Possiamo comunicare attraverso i sogni? Fin dall’alba dei tempi, gli antichi credevano che i sogni erano dei messaggi degli dei.
Questa forma di conoscenza non è poi così antica. Quello che segue, è un articolo del dottor Bernard D. Le sincronicità in psicoterapia. Beitman sulla sincronicità e serendipità. Quando ti succede una coincidenza quindi, la prima cosa è distinguere se si tratta di un evento casuale (del genere “Toh, chi l’avrebbe detto!”) o di una sincronicità significativa (più del tipo “Wow, ma è incredibile!”).
Per tale motivo, questa teoria junghiana, che nasce dalla psicoanalisi, si scontra con i movimenti razionalisti e materialisti. Tuttavia, secondo il famoso psicologo, c’erano epoche in cui i fenomeni di sincronicità si verificavano con maggiore frequenza che in altre. Se ti affascina il mistero della psiche umana, allora non è una coincidenza se ti trovi qui….
LE COINCIDENZE E IL PRINCIPIO DI SINCRONICITÀ DI JUNG Carl Gustav Jung introdusse il concetto di sincronicità , studiato e discusso insieme la fisico Wolfgang Pauli, alludendo a possibili coincidenze significative esperite tra accadimenti psichici e fatti reali. Coincidenze significative. Chiedete storie di coincidenze significative alle persone che conoscete, ognuna di loro ve ne racconterà almeno una. Secondo la teoria della sincronicità , la coincidenza non esiste o meglio si tratta di coincidenze non casuali.
La maggior parte degli eventi sincronici che avvengono nelle nostre vite rappresentano un messaggio, un segnale che ci indica la strada da percorrere. Il termine sincronicità deriva dalle radici greche syn (ovvero con, che sottintende l’idea di riunione) e khronos (ora, ovvero riunione nel tempo, simultaneità). Jung in particolare definisce la sincronicità in questo modo: gli eventi sincronici si basano sulla simultaneità di due diversi stati mentali. Ci rimette in relazione con parti profonde del nostro inconscio, che la razionalità e la società cercano di mitigare e distruggere.
Continuiamo a parlare di Jung, in occasione dell’anniversario della sua scomparsa, cinquanta anni fa. Oggi parliamo della sua particolare scoperta della “ sincronicità “, qualcosa che riguarda molto da vicino il più antico concetto del deja-vu. Sono argomenti tutt’altro che semplici e che in qualche modo richiedono, per essere compresi, una sorta di “iniziazione” alle filosofie.
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