Una bambina nata in Giappone da una famiglia belga, il suo passaggio da tubo con tre sole occupazioni, immobile e onnipotente quanto Dio, a creatura collerica e urlante, infine a essere umano che scopre la propria capacità di articolare pensieri e frasi. In principio era il tubo. O meglio Dio era un tubo , un mero strumento di passaggio che giornalmente attraversava il suo unico percorso, dalla deglutizione alla fisiologica escrezione. L’intero universo lo percorreva senza lasciare alcun sedimento significativo. Il tubo , Dio, non emetteva suoni, non esprimeva emozioni, non piangeva, tanto che i suoi genitori iniziarono a chiamarlo.
Lo stile, asciutto e diretto, è impattante e scorrevole. Tolta quella patina di apparente leggerezza,il libro arriva a toccare anche corde molto delicate. La metafisica dei tubi ” è una lettura agile, poco più di un centinaio di pagine che ho letto in pochi giorni durante il tragitto in metropolitana per andare al lavoro, e ci racconta di una bambina di origine belga, che nasce però in Giappone e trascorre qui i primi anni della sua vita. L’eccentrico testo, dall’impronta autobiografica, racconta i primi anni di vita di una bimba nata in Giappone da una famiglia belga, dove incontra le stravaganti virtù di esseri umani, di Dio e del cioccolato bianco.
Ecco perché, a questo stadio della crescita, chiameremo Dio il tubo. Esiste una metafisica dei tubi. Recentemente ho fatto incetta di alcuni libri di Amélie Nothomb, incuriosita -lo ammetto- dal suo aspetto eccentrico e dall’ascolto, durante un evento letterario, di un passo tratto dal suo romanzo “Stupori e tremori”. La penna sfrenata di Amélie Nothomb disegna la mappa dei primissimi anni di vita trascorsi in Giappone: ne viene fuori una non-biografia.
Indizi e ricordi delle prime scoperte si accavallano in un turbinio di metafore e paradossi irriverenti. Stavi cercando metafisica dei tubi al miglior prezzo? Metafisica dei Tubi di Amélie Nothomb. E Dio vide che questo era un bene. Per niente al mondo avrebbe cercato alcunché.
Il nulla non solo gli piaceva, ma addirittura lo appagava totalmente. Le caratteristiche fisiche del tubo lo definiscono come struttura leggera (in quanto cava) e ad alta resistenza meccanica, e quindi particolarmente adatta ad applicazioni strutturali. E questo nulla non era né vuoto né vacuo: esso nominava solo se stesso. Il diametro dell’orifizio era quasi pari al diametro del corpo, il che avrebbe potuto evocare la sezione di un tubo se non fosse stato per le loro labbra pescose che mi guardavano con uno sguardo di labbra, labbra disgustose che si aprivano e chiudevano facendo un rumore osceno, bocche a forma di salvagente che mangiavano il mio cibo prima di.
Parzialmente autobiografico narra i primi anni di vita della scrittrice figlia di un diplomatico belga che al momento della nascita della figlia si trova in Giappone. I tubi aperti ingoiano. Quando hanno deglutito ne chiedono ancora”. E’ la sua stessa natura metafisica ad impedirgli qualsiasi giudizio di valore. La sua esistenza, eterna, gli basta a giustificare la sua creazione.
Dio aveva gli occhi perennemente aperti e fissi. Se anche gli fossero stati chiusi, nulla sarebbe comunque cambiato. Era pieno e denso come un. Trama: Un romanzo in cui l’autrice ripercorre i suoi primissimi anni di vita.
Che Amélie Nothomb sia mezza matta mi sembra di averlo già ipotizzato nella recensione a un altro suo romanzo Sabotaggio d’amore (che pure mi era piaciuto molto!). Premium Loading. Skip trial month free. Una nonna belga e un’infanzia giapponese: come mai?
Per seguire un papà diplomatico sono nata in Giappone. L’autobiografia romanzata di Amèlie Nothomb dipinge il ritratto incandescente e movimentato della sua lunga infanzia giapponese. Fino all’età di due anni circa, la scrittrice si descrive come un tubo poiché le sue uniche occupazioni sono le funzioni vitali: “non vivevo, esistevo”. Le migliori offerte per Nothomb Amélie METAFISICA DEI TUBI sono su eBay Confronta prezzi e caratteristiche di prodotti nuovi e usati Molti articoli con consegna gratis! E’ un piccolo romanzo di formazione, scritto da Amélie Nothomb, belga di origine francese, nata a Kobe, in Giappone.
Una scrittura frizzante, interessante.
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